La stanza di Passo
“LA STANZA DI PASSO”
Liberamente tratto dai Racconti di Anton Cechov
Adattamento: Sergio Danzi e Franco Rabino
Regia: Sergio Danzi
Con:
Emanuele Arrigazzi
Eleonora Bombino
Sergio Danzi
Davide Lorino
Monica Mana
Roberta Nanni
Massimo Rigo
Andrea Robbiano
Ileana Spalla
Andrea Vertone
Marco Zanutto
Musiche originali composte da Daniele Ferretti
Cristiano Tibaldi Clarinetto,
Francesco Cerrato 1° Violino,
Federico Mazzucco 2° Violino,
Alessandro Sacco Viola,
Stefano Cerrato Violoncello,
Daniele Ferretti Pianoforte.
Scenografie di Ottavio Coffano realizzate dagli allievi dell’Accademia Albertina
Costumi Carola Fenocchio.
La vita e la morte, la fatica, il sacrificio, il senso di inutilità, l’arroganza, il cinismo: uomini e donne in mezzo alla tempesta della vita si muovono come spettri all’interno della locanda dove hanno trovato rifugio.
Ognuno ha una storia da raccontare, un Dio da invocare, un ultimo soffio di vita prima di uscire di scena.
Una grande sfida per la Compagnia L’Arcoscenico che ha scelto di rappresentare un autore classico rielaborandone i Racconti e definendo un copione che ha portato in scena, oltre a Sergio Danzi e Ileana Spalla, nove attori e sei musicisti. Importantissime le collaborazioni, del Prof. Ottavio Coffano per le scenografie, di Carola Fenocchio per i costumi, di Daniele Ferretti per le musiche.
Il nostro obiettivo: ritornare a commuoverci, sospendere per un poco la frenesia che ci circonda, che schiaccia anche i nostri respiri, i nostri pensieri.
Il fume della prepotenza
“IL FIUME DELLA PREPOTENZA”
di Mario Capanna
da un’idea di Ileana Spalla
adattamento teatrale a cura di
Mario Capanna e Ileana Spalla
con Ileana Spalla
regia Sergio Danzi
musiche originali di Daniele Ferretti per pianoforte e sequenze audio campionate
Trama: Nel corso del tempo tutto è stato analizzato, ma mai nessuno ha scritto prima d’ora la storia della prepotenza. Eppure la prepotenza accompagna la nostra vita, anzi, spesso la domina. Dall’origine dell’uomo ai nostri giorni il percorso di questo grande fiume, sempre in crescita, che sta travolgendo le nostre esistenze. Dalla consapevolezza dei greci a Cartagine e Hiroshima passando per la conquista dell’America, le Crociate e il Colonialismo fino ad arrivare ai nostri giorni. Certo la prepotenza ha cambiato aspetto, si è adeguata ai tempi, si è “travestita”: oggi ha a disposizione un apparato scientifico tecnologico che prima non poteva avere, il suo potere sta nella rimozione. La rimozione è la leva con cui la prepotenza tiene sospeso il mondo, si è senza radici, non si sa da dove si viene e non si sa dove si va, questo genera l’angoscia, questo ci chiude nel cerchio della solitudine: pensate a quanto è facile oggi, rispetto al passato, viaggiare, comunicare, eppure mai come prima si è persa l’abitudine al dialogo, al confronto e la sensazione è di essere sempre più soli. L’equilibrio è l’alternativa, l’unica via possibile per riappropriarci delle nostre esistenze e costruire un futuro diverso, meno profitto e più umanità, l’essere, non l’avere e né l’apparire, questa è la condizione per costruire uomini migliori in grado di dare la grande svolta, il cambiamento necessario per inoltrarci in questo nuovo millennio.